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Curzi, Alessandro.

(detto Sandro). Giornalista italiano. Dopo aver frequentato il liceo classico, dove, giovanissimo, entrò in contatto con gruppi della Resistenza antifascista, nel 1944, appena quattordicenne, si iscrisse al PCI. Intrapresa la carriera giornalistica, nel 1948 divenne cronista per il quotidiano romano "La Repubblica d'Italia". Alla chiusura del giornale capitolino (1949), su invito di Enrico Berlinguer si impegnò nella ricostruzione della FGCI, compiendo un lavoro di propaganda per due giornali militanti, "Pattuglia" e "Gioventù Nuova". Fondatore nel 1956 del settimanale dei giovani comunisti "Nuova Generazione", di cui assunse la direzione l'anno successivo, dal 1960 lavorò per "l'Unità", dapprima come capocronista e quindi come caporedattore, e dal 1970 al 1975 fu vice-direttore di "Paese Sera". L'ingresso in televisione avvenne nel 1975, quando C. fu chiamato, in qualità di redattore ordinario, da Sergio Zavoli. Dopo la riforma RAI (1983), divenne condirettore del TG3, di cui assunse la direzione nel 1987, diventando il primo comunista a dirigere un telegiornale dell'azienda di viale Mazzini. Abbandonata la RAI nel 1992, in polemica contro il progetto di smantellamento della terza rete e le proposte di privatizzazione dell'azienda pubblica radiotelevisiva, nel 1993 passò a dirigere il telegiornale di Telemontecarlo, dove rimase fino al 1996, quando venne rimosso dall'incarico per contrasti con la proprietà. In quello stesso anno condusse in RAI il programma I grandi processi. Dal 1997 al 2005 fu direttore di "Liberazione", quotidiano di Rifondazione Comunista; eletto consigliere di amministrazione della Rai dalla Commissione parlamentare di vigilanza, con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, fu per tre mesi presidente della Rai, in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli. Raccontò la sua esperienza nel mondo del giornalismo e della politica in Giù le mani dalla tv (1994, in collaborazione con Corradino Mineo), Il compagno scomodo (1997) ed Editoriali (1989-1993) (Roma 1930-2008).